I personaggi parlano e devono farlo in modo credibile. Il lettore deve avere l’impressione che siano persone vere e perché questo succeda i dialoghi devono essere… reali? NO. In un dialogo reale si sprecano tante parole inutili, convenevoli, esitazioni, ripetizioni… A leggere un dialogo così, il lettore si annoierebbe a morte.
Un dialogo letterario deve essere brillante, dinamico, deve andare dritto al punto senza perdersi in giri inutili. Ma le persone reali non parlano così! Allora come possiamo rendere credibili i personaggi attraverso il dialogo?
Prendendoci un po’ di tempo per costruire personaggi con una personalità ben definita.
Un personaggio sicuro di sé parlerà in modo differente da uno timido; un letterato parlerà in modo diverso da un’ignorante. E ognuno avrà delle convinzioni e dei desideri che ne determineranno le azioni così come le parole. Se conosciamo bene la personalità dei nostri personaggi, riusciremo a far parlare ognuno di loro con una voce ben definita. E saranno credibili.
Uno stratagemma che si può usare, per dare una voce riconoscibile a un personaggio, è quella di assegnargli un marker, un tic linguistico. Potrebbe essere la balbuzie, o la ripetizione ossessiva di una parola, a mo’ di intercalare. Se si usa con regolarità basterà questo a far capire chi parla, anche senza specificarlo ogni volta. Non esageriamo però: vogliamo personaggi verosimili, non fenomeni da baraccone!