Titty ha scritto:Ciao Stefano. Ti do del tu. Qui facciamo così.
Parlo io perché arrivammo al discorso del narratore onnisciente poco dopo una mia lettura. Comunque se ne parla sempre, al di là di chi ha avviato il discorso. Sono d'accordo sul fatto che non sia una moda, non deve esserlo. Non è che se quasi tutti ora scrivano in terza persona, tutti a farlo. No. Deve essere congeniale alla storia e, ammetterai con me, che non è semplice scrivere in quel modo. Nel libro che avevo letto è stato un disastro. Alla fine ha buttato all'aria quell'idea buona, i personaggi erano sotto controllo e...fine. Finale troncato. Vabbè, capita, pure nelle migliori famiglie. Siamo qui per imparare.
A me non è congeniale scrivere in questo momento scrivere con la narrazione onnisciente poiché mi piace concentrarmi su un personaggio. Tuttavia mai dire mai. Solo gli sciocchi non cambiano mai idea. Diciamo che è forte detto così. Rettifico: non sapremo mai se, come e cosa scriveremo in futuro. Escludere a priori è limitante. Chissà se quel che crediamo di non saper scrivere o non piaccia sia la nostra strada?
Come Paolino, hai altri esempi da darci su qualcosa che hai letto con questo tipo di narrazione?
A presto.
Ciao Titty,
per favore, dammi del “Tu”...

Nella mia personale classifica, la Prima Persona è la più semplice, quella cioè che mi permette di scrivere di getto (editando poi) senza preoccuparmi troppo.
Poi viene la Terza Persona (tutte e due) e infine il NO. Sì, trovo molto difficile scrivere con quest’ultima, rimanendo interessanti.
C’è anche la Seconda Persona, ma è un’espansione della Prima, e la si utilizza solo per componimenti molto brevi, quasi epistolari.
Quasi tutta la letterarura italiana ottocentesca e inizio ‘900 è in NO, era lo standard, poi con l’avvento del Cinema, si è creata la figura dello Sceneggiatore e quindi l’esigenza di una scrittura snella ed essenziale. Si è infine evoluta nel “Show, don’t Tell” che conosciamo oggi. Anche se c’è da dire che la scrittra snella ed essenziale c’era già da secoli, ma non era così in voga.
Senza prendere esempi astrusi, il Manzoni scriveva in NO. Al di là che trovo il Manzoni estremamente lento e piuttosto noioso, quello è un bell’esempio di scrittura in NO.