09/06/2017, 22:45
Koi
Dicevano che fosse cieca. Così è, ma non ha bisogno di vedere. Ora lo so.
Dicevano che era bella, e per questo bastava guardare oltre il recinto del tempio, nel laghetto sulle cui sponde passava il tempo.
Dicevano che era magica, che era una strega, pericolosa. Non ci credevo, ora lo so. Adesso che sono qui sotto, che il fuori è tanto lontano, anche se è a distanza di un braccio.
Sono entrato di nascosto, a notte inoltrata, ho raggiunto il laghetto sacro. L'ho vista, bella, faceva il bagno.
Ho pensato di avvicinarmi di nascosto, di sorprenderla. Non dovevo, ma ne ero affascinato, da mesi, innamorato, ed era lì, sola, nuda.
Sono entrato nell'acqua, si è girata con la testa, ha chiesto chi fossi.
L'ho ghermita, si è difesa e intanto chiamava. Subito qualcosa ha cominciato a girarmi tra i piedi. E a mordere.
Uno poi dieci poi cento minuscole bocche possono fare male come il morso di un orso. Appena li sentii la lasciai, tentai di scappare, urlai, ma le gambe divennero una poltiglia rossa senza più forze, sotto i colpi di quell'orda di carpe rifulgenti sul pelo dell'acqua, alla luce della luna.
Caddi, dove sono adesso, sul fondo del laghetto. I denti hanno affondato ancora, nel corpo, nelle braccia. Non posso più muovermi, l'aria nei polmoni è finita, e tra un attimo sarò solo cibo per i pesci della sacerdotessa del tempio, la signora delle carpe.
Da vicino nessuno è nOrMaLe
La vita è una corsa, e io sto cercando una panchina
Una risata vi seppellirà